L’esperienza di Annalisa

Annalisa è una giovane mamma che a causa di un astrocitoma cortico-sottocorticale viene sottoposta ad un’exeresi chirurgica. A questo intervento, qualche mese dopo, ne seguirà un altro per un residuo di massa. Lo stesso anno viene colpita da un ictus ischemico in sede fronto-parietale sinistra con conseguente emiplegia al lato destro del corpo.

Per i primi mesi Annalisa viene indirizzata presso centri convenzionati in cui riceve una riabilitazione tradizionale che le permette di recuperare alcune azioni ed autonomie ma della quale non si sente soddisfatta.
Attraverso una terapista che la segue a domicilio Annalisa conosce NeuroRiab e ci contatta per una prima valutazione a distanza di 6 mesi dall’evento lesivo.

Ciò che riferisce è che sa di aver recuperato alcuni movimenti ma non riesce a svolgere azioni vere e proprie. Non è autonoma nelle faccende di casa, non riesce a lavarsi, a lavare i denti, a sciacquarsi il viso, ad apparecchiare la tavola e le risulta difficile organizzare le dita nelle azioni più raffinate come scrivere. Parla di estremo impaccio e goffaggine. Anche il suo cammino lo descrive come difficoltoso e possibile solo per brevi tratti. Lei è un’appassionata di camminate in montagna ma dall’evento lesivo questa azione risulta estremamente difficile anche solo in paese, figuriamoci in terreni sconnessi. Ad Annalisa, inoltre, è stata prescritta una molla di Codivilla all’arto inferiore destro di cui non sente, però, un effettivo beneficio.

Alla prima valutazione neurocognitiva presso NeuroRiab emergono delle problematiche significative che fanno riferimento alla sfera dell’Aprassia.
L’Aprassia è un disturbo molto spesso correlato a lesioni dell’emisfero sinistro del cervello che induce la persona, pur non presentando alterazioni da un punto di vista percettivo e motorio, a non compiere correttamente le azioni a causa di una difficoltà ad accedere a rappresentazioni delle stesse, ovvero al ricordo di cosa e come fare per svolgerle.

Annalisa, infatti, agisce e si muove autonomamente ma lo fa in modo rigido, poco fluido e poco naturale. Presenta movimenti in tutti i distretti corporei ma le azioni risultano alterate e faticose. Si osserva una assenza di fluidità dell’arto superiore destro durante il raggiungimento di oggetti posti nei diversi spazi, come, ad esempio, nel prendere un maglione posto su un ripiano dell’armadio; presenta delle sostituzioni di alcune articolazioni a discapito di altre, ad esempio, per prendere un bicchiere d’acqua posto su un tavolo, si avvicina con il tronco invece che flettere la spalla ed estendere il gomito. Non organizza i distretti corporei e le articolazioni da un punto di vista spaziale e temporale e quando le si chiede di analizzare le sue difficoltà all’interno delle azioni, non sa cosa dire e a cosa fare riferimento.

Annalisa non è consapevole di come le svolge e degli errori che compie. Mette in luce solo gli aspetti più generici delle sue difficoltà, come la mancanza di libertà o di scioltezza nell’azione. Per far fronte a queste alterazioni, cerca di forzare e di spingere, ma questa strategia la irrigidisce ancora di più. In alcuni momenti fa riferimento allo scarso risultato finale dell’azione, non analizzando gli errori nel compierla, come ad esempio, quando prova a scrivere, giudica la sua calligrafia estremamente elementare, ma non ha contezza di come tiene la penna, di come predispone le dita al contatto con la stessa e di come blocca la spalla nello scorrere sul foglio. Annalisa non ricorda come compiva questa azione in precedenza, pur essendo impiegata in una azienda locale e non sa analizzarla né su di sé, né su un’altra persona.
Inoltre, Annalisa ha una buona percezione ma non sa come tenerne conto all’interno dell’azione.

Anche nel cammino, Annalisa presenta delle importanti alterazioni sia nella relazione tra i due piedi, che all’arto inferiore destro. Il suo cammino è incerto, rigido e stereotipato. Lo inizia sempre a partire dal piede destro e nell’avanzare con il corpo sullo stesso, tende a rimanere con il bacino sul tallone e ad andare molto lateralmente. L’appoggio del piede al suolo avviene con tutta la pianta e lo stacco del piede risulta essere veloce ed incerto. Nel cambiare direzione, si ferma costantemente e organizza in maniera segmentaria il movimento del piede e della gamba, del bacino e del tronco, delle spalle, arti superiori e capo. Sembra avere i distretti slegati tra loro.
Alla domanda specifica sulle sue alterazioni all’interno del cammino, non riesce a dare risposte utili a delle modifiche e non conduce un’analisi sugli errori, ripetendo una laconica frase: “non mi ricordo come camminavo prima” o più in generale “non so più come si cammina”.
Questo le impedisce di migliorare l’organizzazione dell’azione e ritrovare un cammino leggero e naturale.

Annalisa viene introdotta nel nostro Centro al programma di riabilitazione neurocognitiva per il recupero delle azioni dell’arto superiore e dell’arto inferiore destro che ha previsto, nel suo caso, 3 sedute settimanali individuali di riabilitazione di 1 ora ciascuna. Il percorso è durato un anno, al termine del quale, Annalisa ha mostrato importanti miglioramenti sia da un punto di vista della consapevolezza che delle azioni.

Annalisa è, adesso, in grado di svolgere la azioni con l’arto superiore destro in maniera naturale e fluida. Riesce a lavarsi e vestirsi autonomamente, apparecchiare la tavola, cucinare, pulire casa e compiere azioni raffinate come scrivere, abbottonarsi e allacciare le scarpe. Ha recuperato la libertà di cui sentiva tanto la mancanza anche in azioni compiute in spazi più ostici, come le azioni compiute in alto, quando, ad esempio, deve pulire i lampadari o dietro al corpo quando, ad esempio, deve allacciare e slacciare il reggiseno o farsi la coda. Annalisa è in grado di fare la treccia alla figlia, di guarnire i dolci e di cucire con ago e filo.

Anche in riferimento all’arto inferiore destro i miglioramenti sono stati importati. Annalisa ha tolto definitivamente la molla di Codivilla e ha recuperato un cammino naturale e libero, molto simile a quello che aveva in precedenza. Tutte le fasi del passo sono migliorate, ma soprattutto è riuscita ad integrare i diversi distretti corporei e le articolazioni all’interno di questa azione. Non si notano più arti inferiori, bacino, spalle e capo disgiunti tra loro ma si relazionano in base all’azione e all’intenzione all’interno dell’azione stessa. Annalisa è tornata a camminare in montagna, sale e scende le scale in maniera fluida, si abbassa e si alza con disinvoltura quando, ad esempio, deve annaffiare le piante; riesce a mettersi in ginocchio per pulire negli spazi in basso, come ad esempio, quando deve spazzare sotto ai letti e riesce a salire su una scala a pioli per raggiungere gli scaffali in alto.

Fondamentale è stato intraprendere un percorso di riabilitazione mirato per le sue problematiche di Aprassia, quale, nello specifico, la Riabilitazione Neurocognitiva (Perfetti) che l’ha condotta, azione dopo azione, attraverso esercizi personalizzati (e non standard) a recuperare sempre più!

Complimenti Annalisa per l’impegno e la determinazione

Autore

Cristina Vallese

Cristina Vallese

La Dott.ssa Cristina Vallese è Dottoressa in Fisioterapia all’Università degli Studi dell’Aquila. Riabilitatrice Neurocognitiva Esperta presso la Scuola Internazionale di Riabilitazione Neurocognitiva del Centro Studi di Riabilitazione Neurocognitiva (VI). Ha conseguito il Master di I livello in Riabilitazione Neurocognitiva all’Università degli Studi dell’Aquila. Specializzata nella riabilitazione neurocognitiva della persona con ictus, con sclerosi multipla, con lesione cerebellare, con lesioni periferiche del nervo faciale, con aprassia, con eminegligenza, con lesione midollare, con sindrome dolorosa. Attualmente lavora come riabilitatrice neurocognitiva presso NeuroRiab - Centro specialistico di riabilitazione post ictus e patologie neurologiche.

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