Ho iniziato la riabilitazione neurocognitiva dopo circa 2 anni dall’ictus emorragico. Il mio è stato un problema molto serio. Mi hanno operato altrimenti morivo. Sono stato in coma e poi mi sono risvegliato. Tutta la parte sinistra del corpo era immobile. Il neurologo mi ha detto che ero un miracolato.
Ho iniziato facendo riabilitazione tradizionale in ospedale e poi mi hanno trasferito in molti centri di riabilitazione. Mi hanno trattato in maniera intensiva sempre con fisioterapia tradizionale. Dopo circa 2 anni il neurologo mi ha detto che non avevo nessun’altra possibilità di recupero. Ero sulla sedia a rotelle e non ero in grado di alzarmi in piedi. Provavo a farlo ma cadevo e sono caduto diverse volte.
Non ero contento della mia situazione, la mia compagna doveva aiutarmi in tutto. I medici continuavano a dirmi che dovevo accontentarmi. Non scorderò mai le parole di un medico che mi disse “se riesci ad andare in bagno da solo strappo la mia laurea”.
Mi avevano dato un tutore rigido per il braccio in modo da mantenere le dita aperte ed un tutore per la gamba per evitare di storcerla ancora di più.
La mia compagna non si è arresa e tramite amici in comune ha conosciuto un fisioterapista che praticava la Riabilitazione Neurocognitiva (Metodo Perfetti). Io avevo sentito parlare di questa riabilitazione ma non avevo trovato nessuno.
La prima volta che è venuto il fisioterapista neurocognitivo mi ha consigliato di non mettere il tutore alla mano ne quello alla gamba. Che liberazione. Mi ha chiesto di chiudere gli occhi. Io non ero in grado di farlo. Era come se una forza mi imponesse di tenerli aperti. Non ci avevo mai fatto caso, in effetti, non sapevo chiudere gli occhi. Continuavo ad aprirli e più provavo a chiuderli più sentivo che si aprivano. Soprattutto l’occhio sinistro.
Mi ha chiesto di fare alcuni movimenti, io non ero in grado di fare quasi nulla. Ero seduto sulla sedia a rotelle con braccio sinistro e gamba sinistra immobili. Oltre a non muovere, non sentivo nulla. Era come se la parte sinistra del corpo non ci fosse. Un corpo a metà. Abbiamo fatto qualche esercizio e poi mi ha chiesto di alzarmi in piedi. Io gli ho detto che non ci riuscivo da solo e che dovevamo chiamare la mia compagna. Però con il suo aiuto ci sono riuscito. Mi sentivo come su un pilone, poggiato in alto su un piede solo e tutto intorno il vuoto. Una sensazione bruttissima di paura e impotenza. Poi mi ha fatto camminare con il bastone quadripode con lui affianco ma avevo tanta paura di cadere e mi mancava la gamba sinistra. Ero come su un burrone e mi sembrava di cadere.
Il fisioterapista mi ha detto di non preoccuparmi perché con la riabilitazione neurocognitiva avremmo fatto il possibile per recuperare. Da subito ho avuto molto fiducia. Abbiamo iniziato con 4 sedute di fisioterapia alla settimana. All’inizio è stato difficile capire le richieste che mi faceva il fisioterapista. Gli esercizi erano molto diversi da quelli tradizionali perché mi diceva di chiudere gli occhi, di sentire quando mi toccava, di sentire quando mi muoveva e altro. Io non ero abituato a stare attento al mio corpo. Dovevo essere molto concentrato e motivato e alla fine di ogni seduta ero stremato. Molto spesso mi dava delle pause perché non riuscivo a stare attento a quello che mi chiedeva.
Anche se molto faticoso, capivo che era la strada giusta perché stava lavorando sul mio cervello e non solo sul corpo come facevano tutti gli altri.
Uno dei primi successi è stato imparare a chiudere gli occhi. Non mi sentivo più prigioniero degli occhi. Una sensazione di grande libertà.
Poi ho imparato ad alzarmi in piedi da solo. E’ stata una conquista enorme. Non ci potevo credere. Riuscivo a mettere il piede sinistro affianco al piede destro e poi mi alzavo senza paura di cadere. Avevo ritrovato il piede sinistro che prima era completamente perduto. Iniziavo a sentirlo e per questo potevo farci affidamento quando mi alzavo.
Ricordo poi di quando la mia compagna, prima di uscire per il lavoro, era costretta a sistemare i miei vestiti in modo ordinato perché altrimenti non riuscivo a vestirmi da solo. Non capivo come girarli per mettermeli. Invece dopo un po’ ho potuto vestirmi senza difficoltà e senza che la posizione dei vestiti fosse stata studiata prima. Ho imparato a vedere come sono messi e prevedere dove inserire la mano sinistra e poi la destra. Potevo mettere anche una camicia o una giacca da solo. Ho conosciuto la libertà per me e per la mia compagna che poteva dedicarsi al suo lavoro con la serenità che gli spetta sapendo che io potevo fare bene da solo.
Da li ho iniziato a camminare meglio e senza paura. All’inizio dovevo guardare per terra e non riuscivo ad alzare gli occhi. Poi, con alcuni esercizi, ho imparato a guardare altrove e potevo scegliere dove guardare mentre camminavo. Prima sentivo un grande peso dietro al collo e poi è stato come se si fosse tolto.
Ho iniziato a camminare da solo dentro casa con il quadripode e sono riuscito ad andare in bagno da solo. Una conquista enorme. Avrei voluto andare da quel medico che mi aveva detto che avrebbe strappato la sua laurea se ci fossi riuscito. Ho tolto definitivamente la sedia a rotelle e l’ho portata in cantina.
Adesso sono in grado di camminare dentro casa addirittura senza bastone. Sento il peso del corpo sul piede destro e sul sinistro e cammino senza paura. Riesco ad andare fuori casa da solo, prendo l’ascensore e vado in strada tutte le volte che voglio. Mi piace andare in giro e sedermi sulle panchine. Posso salire le scale e posso anche scenderle con il bastone. Sono stato anche in grado di andare in campagna e camminare in terreni sconnessi.
E sto ancora migliorando!!!
Augusto