L’aumento della durata media della vita e l’esposizione sempre maggiore a fattori di rischio stanno portando, nella nostra società, ad un importante innalzamento del numero di persone colpite da ictus. Sempre più spesso i neurologi riscontrano questa condizione e si stima che nei prossimi decenni i casi aumenteranno di gran lunga.
Per questo è molto importante capire cos’è un ictus e spiegarlo anche ai non addetti ai lavori con parole semplici.
L’ictus rappresenta un problema a livello del sistema nervoso centrale. Ma di che problema si tratta?
Il sistema nervoso centrale è costituito da encefalo (comunemente chiamato in maniera semplicistica cervello) e midollo spinale.
In una situazione di normalità questi organi ricevono ossigeno e nutrimento dal flusso sanguigno. Il sangue dunque ne garantisce il corretto funzionamento così come succede per tutti gli altri organi del nostro corpo.
Quando si assiste ad una interruzione del sangue a livello del Sistema Nervoso Centrale (quindi encefalo o midollo) si parla di ictus.
L’interruzione non è generalmente in tutto l’organo, ma in alcune zone.
Per padroneggiare meglio il concetto, si può pensare al flusso sanguigno come ad una grande rete autostradale le cui macchine rappresentano l’ossigeno e i nutrienti.
Le macchine seguendo le corsie dell’autostrada posso raggiungere le più svariate mete. Giunte a destinazione consegnano ossigeno e nutrienti e tornano indietro. Quando però, a causa di un incidente, una corsia viene interrotta, tutte le macchine dirette ad una meta raggiungibile grazie a quella corsia non possono accedervi. Quindi non riusciranno a consegnare ossigeno e nutrimenti alla meta preposta. Questo è proprio ciò che avviene in caso di ictus.
Nel resto della rete autostradale le macchine continueranno a circolare ma con qualche disagio in più perché quella interruzione stradale comporterà una parziale disorganizzazione anche al resto della circolazione.
La domanda da porsi adesso è: come avviene l’interruzione del flusso sanguigno a livello del Sistema Nervoso Centrale?
Ci possono essere due modalità:
- l’interruzione può essere causata da una ostruzione del vaso sanguigno che impedisce al sangue di continuare il suo percorso. Proprio come quando si interrompe il flusso dell’acqua di un tubo, mettendoci un dito davanti. In questo caso si parla di ictus ischemico.
- oppure l’interruzione può essere causata dalla rottura del vaso sanguigno proprio come accade ai fiumi ingrossati quando rompono gli argini e inondano le aree attorno. In questo caso si parla di ictus emorragico.
In ogni caso, l’arresto di flusso sanguigno determina l’impossibilità a far arrivare ossigeno e nutrienti in una determinata area del Sistema Nervoso Centrale. Ne consegue un iniziale affaticamento e successiva morte delle cellule di quella zona.
A volte capita che l’interruzione sia solo temporanea. In questo caso si parla di attacco ischemico transitorio (TIA) e si osserva un momentaneo stato di alterazione dell’area coinvolta che successivamente torna ad una situazione di normalità.
Nella prossima spiegazione parleremo di come si riconosce un ictus, ovvero quali sono i segni più frequenti a cui prestare attenzione. Restate sintonizzati!
Autore
Daniele De Patre
Il Dott. Daniele De Patre è Dottore Magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie, Dottore in Fisioterapia e Dottore in Scienze Motorie all’Università degli Studi dell’Aquila. Fondatore e Responsabile di NeuroRiab - Centro specialistico di riabilitazione post ictus e patologie neurologiche. È Membro del Comitato Scientifico del Centro Studi di Riabilitazione Neurocognitiva - Villa Miari (VI). È Docente Autorizzato di Riabilitazione Neurocognitiva, Docente a contratto al Master di I livello in Fisioterapia Neurologica dell’Università di Verona e Referente Regionale della Regione Abruzzo del Gruppo di Interesse Specialistico in Fisioterapia Neurologica e Neuroscienze AIFI. Precedentemente Teaching Assistant in Neurorehabilitation presso l’Università del Minnesota negli Stati Uniti. Coautore del libro “Il Dolore Come Problema Riabilitativo” e del libro “La Teoria Neurocognitiva secondo il Confronto tra Azioni, Volume 1” è anche autore di molti articoli pubblicati su riviste specializzate come “Riabilitazione Neurocognitiva” e “Fisioterapia” di AIFI. Relatore a corsi e convegni nazionali ed internazionali, attualmente lavora come responsabile riabilitatore neurocognitivo presso NeuroRiab e come docente in Italia e all’estero, promuovendo corsi di formazione in Riabilitazione Neurologica.